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Care lettrici e cari lettori,
rieccoci giunti al primo appuntamento del nuovo anno con molti libri che ci accingiamo a  presentare per tutti i soci dell’Unicredit Circolo Roma.

Innanzitutto partiamo con la narrativa non italiana e nello specifico con tre premi nobel per la letteratura nell’ ordine: Alice Munro, Orhn Pamuk e Vargas Llosa.

E’ stato da poco pubblicato da Einaudi una raccolta di racconti mai tradotta in italiano, Una cosa che volevo dirti da un po’.
La raccolta  contiene  tredici racconti che vedono al centro una serie di personaggi che, ognuno a suo modo, si trova a fare i conti, inevitabilmente, come sempre avviene in peculiari momenti dell’esistenza di ognuno di noi, con il passato e il modo in cui questo li ha condizionati e resi ciò che sono adesso. Tra i protagonisti di queste storie c’è la storia di due sorelle. Si chiamano Et e Char e vivono il loro rapporto in una maniera assolutamente dualistica. Da un lato, infatti, tra le due c’è sicuramente un forte affetto che le lega e le unisce; dall’altro lato, però, non manca una sottile, ma non troppo, forma di rivalità che le porta fino a provare invidia da parte di una verso la peculiare bellezza dell’altra. In particolare, è da sottolineare l’essenza del racconto che chiude la raccolta, che mette al centro la difficile evoluzione del rapporto tra madre e figlia.

Orhan Pamuk, La donna dai capelli rossi, Einaudi è un romanzo che narra la storia di Cem, figlio abbandonato di un dissidente politico comunista nella Turchia degli anni ’80 e poi ricco costruttore nella nuova Istanbul capitalista degli anni duemila.
Il  libro è un romanzo d’amore e di gelosia. La protagonista femminile  è bellissima, ha i capelli rossi come le fiamme e il fascino irresistibile dell’attrice che sul palco sa trasformarsi nell’eroina sensuale e perduta dei poemi.  Cem è solo il figlio orfano di un dissidente comunista e l’umile apprendista di un costruttore di pozzi, quando la vede per la prima volta: non sa che da quel giorno anche la sua vita seguirà la traiettoria fatale e misteriosa delle tragedie cantate dai poeti. Quando l’ossessione erotica per questa donna più grande di lui si trasforma in un’unica, folle, indimenticabile notte di sesso, Cem non potrebbe essere più felice: ma la sua vita cambierà per sempre e il destino gli riserverà una trama imprevedibile, complicata, ed estremamente crudele.

Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura nel 2010 ha dato alle stampe Crocevia, Einaudi,  si tratta di un romanzo, un thriller, ma anche un libro politico, che racconta il Perù e la dittatura di Fujimori, che mette al centro il ruolo che può avere il giornalismo, come strumento del potere, per blandire e ricattare, o come strumento di liberazione, di riscatto etico, di resistenza della società civile.
Lima, anni Novanta: nel paese infuriano gli attentati terroristici di Sendero Luminoso e del Mrta (Movimiento Revolucionario Túpac Amaru) mentre il regime del presidente Fujimori diventa sempre piú autoritario. Ma tutto questo sembra non impensierire troppo Marisa e Chabela, amiche da una vita e amanti dalla notte in cui il coprifuoco le costrinse a dormire insieme. Anche i loro mariti, Enrique e Luciano, sono amici di infanzia: il primo è un benestante ingegnere minerario che un giorno riceve la visita di un inquietante personaggio. È Rolando Garro, direttore della rivista scandalistica “Destapes”, che lo ricatta minacciando di pubblicare le foto che lo ritraggono durante un’orgia a base di escort e cocaina. Luciano, che è anche avvocato, consiglia a Enrique di rivolgersi al “Doctor” (Vladimiro Montesinos, responsabile dell’intelligence del presidente Fujimori), presunto manovratore delle campagne denigratorie condotte da “Destapes”, che oltre a infangare la reputazione dei personaggi, piú o meno famosi, del mondo dello spettacolo, decreta la rovina degli avversari politici di Fujimori. Ma coinvolgere “l’intelligenza grigia” del regime vuol dire avvicinarsi al cuore di tenebra che sta avvolgendo nell’oscurità tutto un paese: una scelta che avrà inaspettate e drammatiche conseguenze.

Proseguiamo nella presentazione del seguito della trilogia di Elizabeth Jane Howard, dopo aver presentato Gli anni della leggerezza, la saga della famiglia Cazalet prosegue con Il tempo dell’attesa, Fazi editore. 
Nel primo volume avevamo lasciato i nostri Cazalet con la sicurezza che l’Inghilterra non sarebbe entrata in guerra, ma adesso le cose sono un po’ cambiate e gli uomini vengono chiamati alle armi, specialmente Edward e Rupert (perché il loro fratello Hugh ha già perso una mano nella guerra precedente). La famiglia deve arrangiarsi come può: le case di Londra, dove abitano tutti, vengono chiuse e si trasferiscono tutti nella grande Home Place, la casa di campagna, servitù e istitutrice comprese. Le donne stanno in casa ma cercano di rendersi utili, c’è chi cuce vestiti, chi presta servizio in una sorta di ospedale approntato da quelle parti e chi deve fare i conti con uno stato fisico non ottimale. Louise, la figlia maggiore di Edward, sta inseguendo la sua grande passione per il teatro, studia recitazione ed entra in una piccola compagnia di attori a Londra, cosa che le fa anche conoscere il mondo con le sue meraviglie e il suo squallore.

Dal libro di cui adesso parleremo è stato tratto un potente film da parte di Martin Scorsese da poco presentato anche al papa Francesco, stiamo parlando di Silence, scritto da Shusaku Endō, pubblicato da Corbaccio.
Endō Shūsaku (definito il «Graham Green giapponese») è stato uno scrittore cattolico che fin dagli esordi della sua carriera si è posto come tema principale della sua produzione letteraria il rapporto tra Cristianesimo e pensiero giapponese, tra Oriente e Occidente. Un rapporto, questo, sempre instabile e irrequieto che Endō ha vissuto personalmente, ancor prima che da un punto di vista letterario. Ambientato durante il tormentato periodo delle persecuzioni dei cristiani, il romanzo ripercorre la vicenda di alcuni missionari (tra cui spicca la figura di p. Rodrigues) che, malgrado il divieto di entrare nel Paese, decidono di andare a rintracciare il loro venerato maestro p. Ferreira, di cui è giunta voce in Europa che avesse abiurato sotto tortura. Approdati clandestinamente in Giappone, i missionari si trovano subito a convivere con la paura di essere scoperti e, allo stesso tempo, diventano testimoni delle tremende prove che i cristiani stanno subendo a causa della loro adesione alla fede cristiana. È qui che sorge subito il primo, grande, interrogativo del romanzo: quello del silenzio di Dio dinnanzi alla sofferenza del credente. Se Dio esiste, perché questo suo enigmatico silenzio, perché questa sua misteriosa indifferenza, questo suo starsene con le braccia conserte senza far nulla per aiutare coloro che credono in lui?

Opera prima di una ventiquattrenne americana Emma Cline, Le ragazze, Einaudi editore.
Un libro denso, elegante, potente, sorprendente: cattura sin dalla prima frase e poi non si può far altro che proseguire per capire le ragioni di quel senso di tragedia incombente. Il romanzo  racconta di Evie, quattordici anni e un disperato bisogno di attenzione. Quando un giorno, al parco, vede un gruppo di ragazze farsi strada tra la gente come squali che fendono l’acqua, non riesce a distogliere lo sguardo. È incantata dai vestiti alternativi, dalle mani coperte di anelli, dal senso di sicurezza e assoluta libertà che loro trasmettono. È l’inizio di un’ossessione. Evie, solitaria, insicura, sviluppa per loro una sorta di venerazione, in particolare per Suzanne, la più grande, e spasima per sentirsi accettata nel gruppo. Così. quando viene invitata nella comune hippy in cui le ragazze vivono tutte insieme con un carismatico guru, neanche lontanamente riesce a intuire quanto si stia avvicinando al cuore del male. Nella comune la fa da padrone il  guru/santone Russell Hadron chiaramente ispirato a Charles Manson.

Adam Johnson, già premio Pulitzer, ha pubblicato La fortuna ti sorride, Marsilio editore.
Si tratta  di sei racconti brevi A unirli è da un lato la riflessione su cosa può accadere quando la vita offe una seconda opportunità, e dall’altro una vena satirica, vagamente surreale, e a tratti visionaria. Carichi di ironia, e pensati per sorprendere il lettore, i racconti di questa antologia sono stati premiati con il National Book Award. Con tenerezza e sarcasmo le storie, unite dal filo conduttore della seconda possibilità che viene offerta a ognuno di noi, parlano d’amore e di perdita, di tecnologia e di politica, dell’amara sensazione di saper apprezzare le cose quando non ci sono più. ll corriere Ups alla ricerca della madre di suo figlio nella Louisiana devastata dall’uragano; il programmatore che, in seguito alla malattia della moglie, cerca conforto nella copia digitale del presidente assassinato; l’ex direttore di una prigione della Stasi che non si arrende al proprio passato. La lettura di questi racconti può commuovere, far sorridere, far riflettere ma soprattutto ci restituisce una rassicurante malinconia elemento che unisce tutti i protagonisti dei racconti.

Vincitore del premio letterario Pulitzer 2016  Il simpatizzante, si tratta del primo  romanzo dell’esordiente scrittore vietnamita-americano Viet Thanh Nguyen, edito da Neri Pozza.
Ripercorrendo la guerra in Vietnam e la caduta di Saigon, questo romanzo ci offre il ritratto impareggiabile di un giovane capitano per metà francese e per metà vietnamita, cresciuto negli Stati Uniti, diviso interiormente proprio nel suo odio e amore per l’America. è un romanzo impareggiabile per la sua trama e per il suo stile, che al suo apparire negli Stati Uniti ha riscosso l’entusiasmo di critica e pubblico, vincendo il Premio Pulitzer 2016 per la narrativa e figurando come «libro dell’anno» sul New York Times e i maggiori organi di stampa internazionali.

Di tutt’altro genere è il piccolo libro di Camillo Sanchez, La vedova Van Gogh, Marcos y Marcos editore.
Protagonista indiscussa e straordinaria di questo breve romanzo è Johanna Bonger, moglie di Theo Van Gogh, la vicenda drammatica del suicidio del grande pittore olandese, e della morte precoce di suo fratello Theo, lasciano la giovane vedova sola, con un bambino di pochi mesi, con l’eredità di centinaia di quadri che il cognato ha dipinto, e di cui ancora si ignora il futuro, grandioso, destino. Dopo il primo periodo di disorientamento Johanna tira fuori un carattere forte e vincente: ottiene da suo padre il denaro per acquistare un rudere, a poche chilometri da Utrecht, una villa abbandonata, che lei riuscirà a restaurare e a rendere un luogo straordinario, le cui pareti saranno letteralmente ricoperte delle tele del grande cognato, le cui lettere, piene di poesia, incanteranno la giovane donna, convinta, prima dei critici e dei galleristi, che Vincent Van Gogh sia stato un genio che deve essere scoperto e valutato: questa sarà la sua missione, lo scopo della sua vita, insieme a quello di allevare l’erede di una famiglia così travagliata. Un libro originale, pieno di cose che ignoravamo e di profonda e commossa sensibilità.

Concludiamo questa sezione segnalando altresì la pubblicazione delle ultime fatiche di grandi scrittori del genere thriller-poliziesco come Jhon Grisham, L’informatore, Mondadori; Jeffery Deaver, Menti Pericolose, dodici storie per non dormire;  Rizzoli;  Wilburn Smith, L’informatore, Longanesi e Joe Lansdale, Una stagione selvaggia, Einaudi. Grandi scrittori per storie che sono un classico per il genere  al quale appartengono.

Passiamo ora alla narrativa italiana segnalando subito l’opera postuma di Dario Fo, il premio nobel per la letteratura aveva, prima di scomparire improvvisamente lo scorso anno, terminato da poco Quasi per caso una Donna, Guanda editore.
Lo scrittore in questa opera ci da un ritratto fuori dagli schemi di una figura femminile  unica per i suoi tempi. Cristina di Svezia, che nel XVII secolo si circondò di intellettuali, da Cartesio a Pascal fino a Molière e che, dopo essersi convertita al cattolicesimo, rinunciò al trono per trasferirsi a Roma. Nella citta eterna  diede vita al movimento artistico che, dopo la sua morte, portò alla fondazione dell’Accademia dell’Arcadia. Dario Fò le dà voce esaminando i testi storici, osservando i dipinti che la ritraggono, riprendendo le cronache dell’epoca, e soprattutto immaginandola, per farla rivivere in tutta la sua straordinaria unicità: indipendente e insofferente a ogni vincolo, in piena sintonia con la sua stessa, vulcanica vita.

Luca Bianchini, autore di  Io che amo solo te e La cena di Natale, ritorna  in libreria con Nessuno come noi, Mondadori editore. Protagonisti di questo nuovo romanzo sono  Vincenzo, Caterina e Spagna sono tre giovani torinesi che vivono la loro gioventù nella Torino degli anni ottanta. 
L’equilibrio del trio rischia  di deflagrare quando nella classe di Vince – il soprannome del nostro protagonista – arriva un nuovo studente, Romeo Fioravanti: giubbotto firmato e spocchia da vendere. Nonostante un primo approccio burrascoso, Romeo e Vincenzo riescono pian piano a fare amicizia, complice un’interrogazione imposta al nuovo arrivato dalla prof. Elisabetta Bottone, come punizione per aver fatto troppo lo sbruffone. L’arrivo di Romeo sembra minare il rapporto tra Vince, Caterina e Spagna, all’anagrafe Alessandra Spagnolo, dark del gruppo e dispensatrice di consigli – anche talvolta piuttosto spinti – gratuiti. I tre, sempre insieme e talmente uniti da essere soprannominati “Tre cuori in affitto”, come il titolo di un telefilm cult degli anni Ottanta, risentono dell’ingresso di Romeo nella classe e il rapporto tra quest’ultimo e Caterina, sempre più ambiguo, destabilizza Vincenzo, il quale, interessato anch’esso alla ragazza, si trova tra due fuochi: amore e amicizia.

Grande scrittore partenopeo è Ermanno Rea che torna a far parlare di se con il suo ultimo romanzo, Nostalgia, Feltrinelli editore.
Nostalgia è un omaggio alla Napoli malavitosa e ribelle del Rione Sanità, ai suoi eroi, alle sue vittime. Protagonista è Felice Lasco il quale torna a Napoli, nel rione Sanità, dopo quarantacinque anni trascorsi fra Medio Oriente e Africa. La madre sta morendo e lui la accudisce fino all’ultimo con tardiva ma amorosa pazienza. Poi, invece di tornare al Cairo dove lo aspetta l’amata compagna, Felice sembra obbedire al richiamo delle radici e di un destino, e resta. Resta perché in attesa dell’incontro fatale con Oreste, noto ormai come delinquente incallito. Proprio con Oreste Felice in gioventù ha condiviso un segreto che ha sempre tenuto con se non rivelandolo a nessuno. Come da copione, però, Oreste attende Felice perché in realtà alla Sanità il Male lavora anche contro la Storia.

Sempre nell’ambito della narrativa che vede come scenario Napoli e le sue contraddizioni segnaliamo anche Maurizo de Giovanni, Pane per i bastardi d Pizzofalcone, Einaudi. Napoli, giugno 2016.
Un morto ammazzato per i Bastardi di Pizzofalcone, la famosa banda di reietti che si sta riprendendo le sue brave rivincite, proprio vicino al commissariato. Più precisamente il “Principe dell’Alba” Granato Pasquale, proprietario di un forno. Si parte in tromba ma c’è l’Antimafia, nella persona del sostituto procuratore Diego Buffardi, a mettere i bastoni fra le ruote. Quello è un omicidio mafioso, dice, che spetta a loro. Il morto aveva fatto una testimonianza, anche se ritrattata, che aveva dato fastidio ad un boss locale. Ma l’ispettore Lojacono (il Cinese), presente sul luogo dell’omicidio, ha subito capito che la mafia non c’entra un fico secco e ti snocciola, davanti a tutta la combriccola dei Bastardi. Poi ci sono le storie. Le storie personali dei Bastardi che si intrecciano con gli eventi narrati. Continui turbamenti e conflitti nei loro animi. La storia d’amore dell’ispettore Lojacono, divorziato dalla ex moglie Sonia, con il magistrato sardo Laura Piras che non va tanto bene. Praticamente ad un bivio.
Continuare o smettere? La storia dell’assistente capo Francesco Romano (Hulk), la sua solitudine, il divorzio dalla moglie Giorgia, la sospensione per avere quasi ucciso uno spacciatore, il riscatto con il lavoro proprio lì in quel ghetto, il ritrovamento di una bambina accanto a un cassonetto che segue come se fosse suo padre. La storia di Alessandra Di Nardo (Alex), la figlia del generale, lesbica. Ha avuto una relazione nascosta con Martone Rosaria, capo della polizia Scientifica da cui è uscita tradita e con il cuore a pezzi (si ricomporrà?). Quella di Giorgio Pisanelli (il Presidente, persa la moglie e molto malato) che si intestardisce sui finti suicidi. Eccone un altro bello caldo; un professore impiccato. E sul luogo del delitto una penna. La sua. E poi c’è Marco Aragona (Serpico), un po’ ganzo, un po’ simpatica macchietta che strappa il sorriso e segue, insieme ad Alex, il caso di uno stalking. C’è il commissario Luigi Palma (Gigi) innamorato di Ottavia Calabrese (Mammina), la vice sovrintendente addetta al computer, sposata con figlio problematico. Non manca alla Trattoria “Da Letizia”, proprio Letizia, belloccia il giusto, innamorata di Lojacono (lo dice anche la figlia Marinella) non ricambiata.

Fabio Volo, A cosa servono i desideri, Mondadori editore, il nuovo libro di Fabio Volo la cui trama si presenta assai diversa dai romanzi precedenti: l’opera, infatti, raccoglie una serie di aforismi, di frasi e di riflessioni che hanno segnato, in qualche modo, la vita e la carriera dello showman bergamasco, con l’obiettivo, come lui stesso spiega, di raccontare ‘chi e cosa mi ha dato il coraggio di seguire i miei sogni’.
In A cosa servono i desideri, dunque, non c’è una trama vera e propria: il volume (per la realizzazione del quale Fabio Volo ha preso spunto da un suo vecchio taccuino ritrovato) si presenta come diviso in due parti: la prima raccoglie le frasi che l’autore ha annotato, perché importanti, nel corso della sua vita, l’altra, invece, vere e proprie domande, interrogativi semplici ma profondi che lo hanno aiutato a capire quale direzione dare alla propria vita.

Concludiamo questa lunga carrellata con un opera di saggistica, di Emiliano Fittipaldi ricordiamo Avarizia (già segnalato in questa sezione), oggi vogliamo portare alla vostra attenzione la sua ultima fatica di giornalista, Lussuria, peccati, scandali di una chiesa fatta di uomini, Feltrinelli.
L’opera si concentra sullo scandalo dei preti pedofili in Italia e di come spesso vengono coperti da vescovi e cardinali. Secondo il giornalista partenopeo esiste una vera è propria “lobby gay” in Vaticano che ha sempre protetto e nascosto i numerosi reati e abusi commessi da preti e alti prelati in ogni parte del mondo. Lussuria è un libro tosto. Accende i riflettori sulla lobby gay che gestisce appalti e carriere in Vaticano, racconta di vescovi emeriti che diventano eredi universali nel testamento dei loro amanti, spiega come negli ultimi tre anni quelli di Papa Francesco – sono arrivate alla Congregazione per la Dottrina della Fede 1200 denunce di molestie su ragazzini e ragazzine di mezzo mondo.

Buona Lettura!

Giuseppe Grandinetti