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Care lettrici, cari lettori,

in questo periodo di forti incertezze, dove tutte le nostre sicurezze sono venute meno la lettura  resta sicuramente un’isola sulla quale trovare scampo da tutto quanto ci circonda. Per questo motivo la nostra sezione ha deciso comunque di continuare a proporre ai propri iscritti le novità letterarie, perché in questo momento, i libri ci insegnano tutte  le varie forme del coraggio, soprattutto di quello che ci manca quando siamo paralizzati dentro vite dal ritmo sempre uguale.

Partiamo come al solito con la sezione dedicata agli scrittori italiani.  Maurizio de Giovanni, Nozze per i bastardi di Pizzofalcone, Einaudi editore.   Una ragazza trovata uccisa in una grotta, un prezioso vestito da sposa che tristemente galleggia in mare poco lontano, una fredda mattina di Febbraio. La ragazza è stata uccisa con una sola coltellata al cuore il giorno prima delle sue nozze. Nozze negate per lei quindi, così come le è stato negato di vivere il suo amore. Con i cuori appesantiti per la ferocia dell’omicidio la squadra de Bastardi si mette comunque al lavoro.

Restiamo sempre nel genere giallo poliziesco con Carlo Lucarelli, L’inverno più nero, Einaudi.  Inverno 1944   Bologna sta vivendo il suo «inverno piú nero». La città è occupata, stretta nella morsa del freddo, ferita dai bombardamenti. Ai continui episodi di guerriglia partigiana le Brigate Nere rispondono con tale ferocia da mettere in difficoltà lo stesso comando germanico. Anche per De Luca, ormai inquadrato nella polizia politica di Salò, quei mesi maledetti sono un progressivo sprofondare all’inferno. Poi succede una cosa. Nella Sperrzone, il centro di Bologna sorvegliato dai soldati della Feldgendarmerie, pieno di sfollati, con i portici che risuonano dei versi degli animali ammassati dalle campagne, vengono ritrovati tre cadaveri. Tre omicidi su cui il commissario è costretto a indagare per conto di tre committenti diversi e con interessi contrastanti.

Finalista del premio letterario Strega, Gian Arturo Ferrari, Ragazzo italiano, Feltrinelli editore. La vita di Ninni, figlio del dopoguerra, attraversa le durezze da prima Rivoluzione industriale della provincia lombarda, il tramonto della civiltà rurale emiliana, l’esplosione di vita della Milano socialdemocratica. E insieme Ninni impara a conoscere le insidie degli affetti, la sofferenza, persino il dolore, che si cela anche nei legami più prossimi. Da ragazzino, grazie alla nonna, scopre di poter fare leva sull’immenso continente di esperienze e di emozioni che i libri gli spalancano di fronte agli occhi. Nella storia di Ragazzo italiano si riflette la storia dell’intero Paese, l’asprezza, la povertà, l’ansia di futuro, la vicenda di una generazione figlia della guerra ma determinata a proiettare progetti e sogni oltre quella tragedia. Un’Italia dove la scuola è la molla di promozione sociale e il futuro è affollato di attese e di promesse.

Roberto Andò, Il bambino nascosto, La nave di Teseo. Gabriele Santoro è titolare della cattedra di pianoforte al Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli e abita a Forcella. Una mattina, mentre sta radendosi la barba, il postino suona al citofono per avvertirlo che c’è un pacco, lui apre la porta e, prima di accoglierlo, corre a lavarsi la faccia. In quel breve lasso di tempo, un bambino di dieci anni si insinua nel suo appartamento e vi si nasconde. Il maestro – così lo chiamano nel quartiere – se ne accorgerà solo a tarda sera. Quando accade, riconosce nell’intruso Ciro, un bambino che abita con i genitori e con i fratelli nell’attico del suo stesso palazzo. Interrogato sul perché della fuga Ciro non parla. Il maestro di piano, d’istinto, decide comunque di nasconderlo in casa e così facendo avvia la sua sfida solitaria ai nemici di Ciro. Il bambino viene da un mondo in cui non è prevista alcuna educazione sentimentale, ma solo criminale. È figlio di un camorrista. Romanzo di ribellione e riscatto, incentrato sull’incontro folgorante tra un bambino e un maestro di pianoforte. Ambientata in una Napoli ritrosa e segreta, una storia di iniziazione alla vita adulta, che ha lo sguardo luminoso di due personaggi indimenticabili.

Stefania Auci, I leoni di Sicilia. La saga dei Florio, editore Nord. La scrittrice in questo lungo romanzo dipana le vicende della famiglia Florio. Dal momento in cui sbarcano a Palermo da Bagnara Calabra, nel 1799, fino ad arrivare più in alto di tutti. A essere i più ricchi, i più potenti della Sicilia. Una saga familiare d’incredibile forza, così viva e pulsante da sembrare contemporanea.

Marco Franzoso, Le parole lo sanno, Mondadori editore. Alberto scopre di avere un male incurabile: invece di condividere l’inquietudine con chi lo circonda si procura un bastone e degli occhiali da cieco e si rifugia in un luogo già remoto, al riparo anche da se stesso. Entra in un parco, si siede su una panchina. Qui trova, forse per la prima volta, lo stupore di essere vivo. Accanto a lui si siede una giovane donna, Flavia. Si parlano. Flavia si racconta e si confessa. Ha un bambino, e un marito ossessivamente geloso. Nasce qualcosa di semplice, inatteso, che sembra parlare con la voce profonda del destino. Così come è apparsa  Flavia,, un giorno come un altro scompare per sempre. Ad Alberto non resta che scrivere: affidare a un diario il racconto di ciò che è accaduto, ormai sicuro che “le parole sanno sempre dove andare” e che quindi, in un modo a lui ancora sconosciuto, prima o poi arriveranno a Flavia. Una dichiarazione d’amore per la letteratura, perché scrivere – e leggere – realizzano il passaggio del testimone più universale e intimo. D’altra parte, si sa, chi legge ama.

Fabio Genovesi, Cadrò sognando di volare, Mondadori editore.  Protagonista di questo bel romanzo è Fabio ventenne e alter ego dello scrittore. La spinta per cambiare arriva al protagonista dalle vicende di un suo eroe, Marco Pantani. Siamo nel 1998, tre anni prima  Marco Pantani era stato investito da una macchina e sembrava destinato ad un prematuro ritiro da una splendida carriera agonistica. Eppure quell’estate Pantani vince sia il Giro d’Italia che il Tour de France. Lo scrittore usa la parabola del periodo d’oro del campione romagnolo (prima dello scandalo doping) per raccontare una generazione e dirci che nella vitasi cade e ci si fa male, ma poi ci si rialza. Basta non arrendersi. Cadrò, sognando di volare è un romanzo che parla di tutte le varie forme del coraggio, soprattutto di quello che ci manca quando siamo paralizzati dentro vite dal ritmo sempre uguale.

Ritanna Armeni, Mara, Ponte alle Grazie. Mara è nata nel 1920 e ha 13 anni quando comincia questa storia. Vive vicino a largo di Torre Argentina. Il papà è bottegaio, la mamma casalinga. Ha un’amica del cuore, Nadia, fascista convinta, che la porta a sentire il Duce a piazza Venezia. Le piace leggere e da grande vorrebbe fare la scrittrice o la giornalista. Tanti sogni e tante speranze la attraversano: studiare letteratura latina, diventare bella e indipendente come l’elegante zia Luisa. Il futuro le sembra a portata di mano, sicuro sotto il ritratto del Duce che campeggia nel suo salotto tra le due poltrone. Questo è quello che pensa Mara, e come lei molti altri italiani che accorrono sotto il Suo balcone in piazza Venezia. Fino a che il dubbio comincia a lavorare, a disegnare piccole crepe, ad aprire ferite. Il romanzo racconta il percorso di emancipazione di una ragazza del Ventennio. Il ritratto di una donna che non si fa ingabbiare negli stereotipi.

Altro libro che racconta di donne forti e che combattono per affermare la propria personalità è quello scritto da Maria Attanasio, Lo splendore del niente, Sellerio editore. Sette storie esemplari sulla condizione femminile. Sono racconti di donne del Settecento, quel secolo contraddittorio oscillante tra repressione e ribellione. Donne forti e terribilmente moderne, tutte storicamente esistite ma senza lasciare tracce negli archivi.  Ricostruendo, tra immaginario storico e tracce documentali, il pensare e l’operare di Catarina, Francisca, Annarcangela, Ignazia, ma anche delle protagoniste degli altri racconti, la mia vita si è fusa con la loro in una sorta di transfert, di autobiografia traslata nel tempo dell’esclusione dal linguaggio che ha caratterizzato l’identità di genere; dove però è possibile ritrovare sorprendenti storie di coraggio e di resistenza alla discriminazione e all’ingiustizia» (Maria Attanasio, dalla Nota introduttiva).

Altra storia di resilienza e coraggio è quella raccontata da Igiaba Scego, La linea del colore, Bompiani editore. Romanzo storico in cui passato e presente si intrecciano per raccontare un’altra storia al femminile di viaggio e di speranza, di incessante ricerca di libertà e affermazione del propria identità. La vicenda si muove su più piani narrativi, accostando la protagonista Lafanu, vissuta nella seconda metà dell’Ottocento, a una donna dei giorni nostri, Leila, che riscopre la sua storia. Ma nel libro spicca un’altra figura, quella di Binti, giovane cugina somala di Leila, che compie il lungo e pericoloso viaggio verso l’Italia e avvicina il lettore alla quotidianità dei migranti e delle loro famiglie. Du figure di donne che vengono accostate ad due donne vissute nella Roma di fine ottocento. Sara Parker Remond che era un’attivista abolizionista contro la schiavitù, ha viaggiato negli Stati Uniti e in Inghilterra, e poi è arrivata in Italia, prima a Firenze, dov’è diventata ostetrica, poi a Roma. Edmonia Lewis, che si era convertita al cattolicesimo ed era omosessuale, invece è subito andata a Roma: aveva il sogno di diventare scultrice. Igiaba Scego scrive in queste pagine un romanzo di formazione dalle tonalità ottocentesche nel quale innesta vivide schegge di testimonianza sul presente, e ci racconta di un mondo nel quale almeno sulla carta tutti erano liberi di viaggiare: perché fare memoria della storia è sempre il primo passo verso il futuro che vogliamo costruire.

Concludiamo la sezione dedicata agli scrittori italiani con il libro di Giorgio Fontana, Prima di noi, Sellerio editore. Il romanzo racconta la saga di una famiglia i Sartori, ambientata nel Nord Italia, tra l’inizio di un secolo e l’avvento di un altro. Il primo di loro fugge dall’esercito dopo la ritirata di Caporetto e incontra una ragazza in un casale di campagna. Fino ai giorni nostri, quelli di una giovane donna che visita la tomba del suo bisnonno. Quattro generazioni, dal 1917 al 2012, dal Friuli rurale alla Milano contemporanea, dalle guerre mondiali alla ricostruzione alla globalizzazione, dal lavoro nei campi alle scrivanie delle multinazionali. Romanzo storico e corale, vasto ritratto narrativo del Novecento italiano, forse il primo di uno scrittore sotto i quarant’anni, il racconto dei Sartori affronta il fardello di un’eredità che sembra andata in malora. Se gli errori e le sfortune dei padri ricadono sui figli, come liberarsene? Esiste una forza originaria capace di condannare una stirpe alla solitudine? La risposta a queste domande è nella voce di un secolo nuovo, e nello sguardo di chi si accinge a viverlo.

Passiamo ora alla sezione dedicata agli scrittori stranieri.

Ramiro Pinilla, L’albero della vergogna, Fazi editore. All’indomani della vittoria di Franco, il piccolo paesino di Gexto, nei Paesi Baschi, è un luogo paralizzato dalla paura: rappresaglie ed esecuzioni da parte di «quelli della Falange» sono all’ordine del giorno, e poco a poco gli uomini stanno scomparendo: alcuni sono caduti in guerra, altri vengono portati via in passeggiate dalle quali non si fa più ritorno, oppure fucilati di fronte alle loro famiglie, fra le grida delle loro donne. Ma chi c’è dall’altra parte? Altri uomini. Questa è la storia di Rogelio Cerón, uno di loro, un falangista ventenne che fa quello che fa senza sapere bene perché. Un giorno uccide un maestro repubblicano sotto lo sguardo del figlio, un bambino di dieci anni; per lui niente sarà mai più lo stesso, quegli occhi gli rimarranno impressi nella memoria per sempre: occhi fissi, freddi, che non piangono, ma che promettono vendetta. Un romanzo magistrale sulla vendetta e sul perdono, sulle sconfitte e le umiliazioni, sulla memoria di un popolo, le ferite di un’intera generazione e la forza dirompente della Storia, che entra nella quotidianità e la stravolge.

Bryan Stevenson, Il diritto di opporsi, Fazi editore. Bryan Stevenson era un giovane avvocato da poco laureatosi a Harvard quando decise di trasferirsi a Montgomery, in Alabama, e fondare la Equal Justice Initiative, un’organizzazione senza scopo di lucro impegnata a porre fine all’incarcerazione di massa e alle pene estreme, a sfidare l’ingiustizia razziale ed economica e a proteggere i diritti umani fondamentali delle persone più deboli e vulnerabili. Al resoconto della sua formazione Stevenson intreccia le storie delle persone che ha difeso e che lo hanno condotto in un groviglio di cospirazioni, macchinazioni politiche, inganni legali e razzismo diffuso, modificando profondamente la sua concezione della giustizia. Il libro  è un’indimenticabile testimonianza del coraggio, della perseveranza e dell’umanità necessarie a perseguire una giustizia più equa, ma anche una struggente denuncia contro la pena di morte.

Jeanine Cummins, Il sale della terra, Feltrinelli editore. Il romanzo della Cummins racconta la storia della proprietaria di una libreria messicana di nome Lydia, e di suo figlio di 8 anni, che cerca di sfuggire a un signore della droga che scrive poesie. Il romanzo si apre con i suoi uomini che uccidono 16 membri della famiglia di Lydia durante una quinceañera (festa di 15 anni molto importante in America Latina), e ora vogliono finire il lavoro. Con gli spari ancora nelle orecchie, Lydia e il bambino riescono a fuggire. Salendo al volo su autobus, saltando su treni in movimento, Lydia e suo figlio si trascinano attraverso deserti mortali, mantenendo ben salda la speranza di raggiungere la terra promessa: l’America.

Daniel Pennac, La legge del sognatore, Feltrinelli. Daniel Pennac ha dieci anni, è in vacanza sul massiccio del Vercors con i genitori e l’amico Louis. Sopra il lettino di Daniel troneggia un poster con il disegno di un sogno di Fellini, un regalo del regista quando la madre lavorava a Cinecittà. Forse influenzato da un’intuizione che aveva condiviso poco prima con l’amico, il piccolo Daniel quella notte sogna che la luce è un liquido e che sgorga dalle fonti, e inonda prima l’abitazione e il salotto dove troneggia una statua di san Sebastiano, e poi dilaga per le strade, sommergendo tutta la cittadina, chiesa compresa. In equilibrio fra sogno e realtà, il libro è un tributo all’amato Fellini e all’amarcord personale dell’autore e della sua tribù immaginaria e reale.

Tracy Chevalier, La ricamatrice di Winchester, Neri Pozza editore. A vent’anni dalla pubblicazione del suo libro cult La ragazza con l’orecchino di perla, l’autrice è tornata con la storia di una donna che cerca la propria libertà nell’Inghilterra degli anni ’30 del Novecento. Violet Speedwell, la protagonista, è una delle cosiddette “donne in eccedenza”, coloro che dopo la Grande Guerra erano rimaste senza mariti o compagni e che non erano riuscite a rifarsi una vita. La società le compatisce, la famiglia cerca in ogni modo di influire sul loro destino e Violet sente tutto questo sulla propria pelle. Se è vero che sembra ormai essersi rassegnata a una vita da sola, il desiderio, la voglia di amare ed essere amata continuano a vibrare in lei, senza trovare sfogo. Il ricordo dell’amato Laurence è ancora vivo, ma riuscirà mai a riprovare le stesse emozioni?

Per cambiare la sua vita, Violet si trasferisce a Winchester, ad alcune miglia dall’originaria Southampton, trovando così una propria autonomia. Lascia a casa una madre che la fa sentire sempre più sola e incompresa, una famiglia che ama ma che non può darle quello di cui ha bisogno. Intenzionata a farcela solo con le proprie forze, inizia a lavorare come dattilografa in una compagnia di assicurazione. Ma a trentotto anni continua a chiedersi: “è davvero questa la vita che merito?”

Decisa a lasciare un segno che vada oltre, entra a far parte delle ricamatrici della Cattedrale, una delle associazioni più rinomate di Winchester fondata dalla signorina Louisa Pesel e diretta dall’implacabile signora Biggins.

Amélie Nothomb, Sete, Voland editore. Lautrice belga dà voce e corpo a Gesù Cristo e offre a chi legge una versione personalissima della Passione del figlio di Dio. Il Cristo di Sete è umano sopra ogni altra cosa, innamorato di Maria Maddalena, figlio amorevole e sofferente nel corpo. Con Sete Nothomb riflette sull’incarnazione e sul corpo, sul peccato e sulla redenzione, mescolando cattolicesimo e laicismo.

Anche attraverso digressioni sulla fede e sulla forza consolatoria della religione, in quest’opera che si pone come versione personale della Passione, Cristo si interroga sul proprio destino di Figlio di Dio.

Come sempre auguro a tutti una buona lettura!

Gg